Bellezza è la qualità di ciò che appare o è ritenuto bello ai sensi e all’anima
È questa la definizione che il dizionario Treccani dà al termine bellezza.
“Bello” è una parola che deriva dal latino bĕllus (“carino, grazioso”), forma antica di bonus, ed esprime un concetto articolato, che non si risolve in un apprezzamento estetico ma tocca delle corde nel nostro essere più profondo. La bellezza trova espressione nelle civiltà più antiche, come quella degli Egizi, ed ha attraversato il tempo e lo spazio evolvendosi nella forma e nel significato.
Umberto Eco nella sua Storia della bellezza ripercorre l’evoluzione culturale di questo concetto dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico. Secondo Eco,
Parliamo di Bellezza quando godiamo di qualcosa per quello che è, indipendentemente dal fatto che lo possediamo. È bello qualcosa che, se fosse nostro, ne saremmo felici, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro.
Un ideale elevatissimo che rischia di venire appiattito sulle mode, distorto dalla comunicazione di influencer e personaggi del mondo dello spettacolo, annacquato nei messaggi delle aziende che lo usano, banalizzandolo, all’interno delle loro strategie di marketing.
La bellezza al tempo dei social: come i Social sta ridefinendo l’idea del bello
Social visivo per eccellenza, Instagram sembra sempre più determinante nel dare forma all’attuale conversazione sulla bellezza. Ma con quali effetti? Possiamo celebrare finalmente la liberazione dal punto di vista unico della comunicazione mainstream o esistono conseguenze negative, nuovi dogmi estetici che impattano soprattutto sulle generazioni più giovani?
Da un lato, la piattaforma ha spostato l’equilibrio di potere molto di più verso il consumatore, dando a tutti noi la possibilità di far sentire la nostra voce, consentendoci di accedere a una visione diversificata della bellezza, di utilizzare nuove modalità espressive per rappresentarci in qualsiasi modo riteniamo opportuno. D’altro lato, con i suoi innumerevoli filtri e le app che servono a modificare forme e colori del nostro volto, Instagram sembra imporci l’ennesimo standard di perfezione a cui siamo incoraggiate a uniformarci se vogliamo diventare visibili e ottenere un riconoscimento sociale.
Anche oggi, come è sempre accaduto, il concetto di bellezza trova una forte traduzione visiva, che si presta a una categorizzazione piuttosto rigida, soprattutto per quanto riguarda il giudizio sui corpi delle donne. Per essere “belle” bisogna rispecchiare dei dettami estetici predefiniti, senza i quali non si può rientrare, appunto, nella categoria.
Nonostante la Bellezza con la B maiuscola, e quindi ciò che viene generalmente reputato “bello”, cambi nel tempo, esiste una costante che ha a che vedere con il modo in cui noi esseri umani siamo strutturati fisiologicamente e psichicamente: ciascuno di noi sperimenta il proprio, soggettivo senso estetico. L’esperienza della bellezza rimane infatti uno dei sentimenti più intimi e istintivi che possiamo provare.
Riappropriarci del diritto di definire la nostra bellezza
Nonostante si moltiplichino gli inviti a riappropriarci del diritto a definire che cosa è bellezza – le iniziative dei brand all’insegna dell’inclusività si sprecano ma sono spesso puramente “cosmetiche” – concepire la bellezza come uno schema preimpostato e perseguire un modello piuttosto che fermarsi a riflettere su ciò che per noi è bellezza continua ad essere uno dei più grandi problemi del nostro tempo.
Ciò che invece tutti dovremmo ricordare è che la bellezza è multisfaccettata. È qualcosa di intangibile, di sfuggente. E, per questo, irriducibile a un canone esterno. Dalla venere di Willendorf a quella di Botticelli la bellezza muta, si evolve, ridefinisce e rimodella sé stessa.
Per questo bisogna diffidare di chi parla di canoni di bellezza. Non esiste un unico modello. Quello che esiste è il tuo concetto di bellezza, il tuo ideale. Proprio quello che Biosmed ti aiuta a realizzare.
Ciò che BiosMed propone è un percorso di rigenerazione psico-estetica: la medicina estetica come mezzo per superare un disagio che senti tuo, al di là di quello che gli altri possono pensare, sentire e vedere. Per questo, la prima esperienza che farai entrando nelle nostre cliniche è la consulenza specialistica. Potrai parlare con i nostri professionisti per capire insieme a loro quali sono le tue necessità e cosa è davvero meglio per te.
Dove trovare le nostre cliniche
BiosMed è presente in Lombardia a Milano, in Emilia-Romagna a Bologna e nel Lazio con sede a Roma.